EVENTI

Quando ci si avvicina alle arti orientali è necessario avere quella apertura mentare che ci permetta di sperimentare prima di giudicare: se ci poniamo troppi quesiti, potremmo non trovare la risposta nella nostra mente, e se li poniamo a qualcun altro le risposte potrebbero essere poco soddisfacenti. E’ giusto documentarsi, ma è difficile farsene veramente un’idea senza avere provato.

Dovremo trovare da soli le nostre risposte.

Quando incontriamo qualcosa che non ha collocazione nella realtà da noi conosciuta fino a quel momento (come per es. avviene nei sogni), abbiamo difficoltà a dare un’espressione verbale di ciò.  

Per questo motivo è difficile spiegare il Taiji e il Qi Gong a chi non ne ha mai fatto esperienza.

Ognuno di noi si avvicina alla pratica con un bagaglio di esperienze e conoscenze proprie, ed è attraverso questo filtro che sperimenta le cose nuove. Il nostro corpo fisico nel corso tempo ha accumulato stress e contrazioni, ma abbiamo anche sperimentato felicità e gioia. La nostra mente ha imparato il pensiero razionale, il ragionamento. A volte ci riesce difficile, proprio in conseguenza della nostra educazione, immaginare l‘immobilità e il vuoto. Ci riesce ulteriormente difficile pensare che mente e corpo possano essere un tutt’uno, e che questa unione possa generare una nuova entità.

Taiji e Qi Gong ci permettono di sperimentare consapevolmente l’unione – non solo tra queste due entità che fanno parte di noi ma che abbiamo imparato a tenere divise, mente e corpo appunto, ma anche con la natura e con ciò che ci circonda – l’universo.

Certo il luogo più adatto alla pratica è senz’altro uno spazio all’aperto, meglio se a contatto con la natura, ma possiamo adattare a questo scopo qualunque luogo in cui ci troviamo.

Nei movimenti del Taiji e del Qi Gong il nostro corpo ritrova gradualmente la fluidità naturale; la mente si libera dai pensieri e ritrova il suo stato di pace e serenità originario.

Le tensioni si sciolgono, la mente riacquista lucidità: sorge la consapevolezza, che ci fa prendere coscienza di ciò che siamo, ci prepara ad affrontare le situazioni difficili, ci mette in contatto con l’universo che ci circonda.

Apprendere dei movimenti è un modo per concentrare la mente e muovere il corpo, e in questo modo tendere all’unione. I movimenti stessi e il tipo di lavoro mentale che essi richiedono sono frutto dell’esperienza di migliaia di anni - di pratiche tramandate da generazioni, che sono state modificate, interpretate ed integrate e infine giungono a noi.

Ognuno ha il proprio momento per avvicinarvisi, il proprio momento per sperimentare e comprendere.

 

Cos’è e come si sviluppa una sequenza o "forma"

 

Una sequenza di Taiji è un’insieme di movimenti concatenati che vengono eseguiti in successione. Le sequenze sono codificate ma, nel corso degli anni, è facile che ogni maestro apporti delle modifiche personali alle sequenze “standard”, dovute alla propria visione del taiji, alle esperienze personali e al potenziale fisico. Le sequenze vengono studiate esaminando ogni singola tecnica e praticandola, per poi unirla alla successiva. Una tecnica può essere composta da uno o più movimenti. Ogni tecnica ha un nome e una serie di movimenti che la contraddistinguono. Alcune tecniche possono ripetersi all’interno della sequenza.

Si inizia studiando le posizioni di base e i movimenti fondamentali. Quindi si apprendono le tecniche, esaminando i movimenti che le compongono e poi, a seconda del grado di esperienza del praticante, si studiano la posizione, la stabilità, lo spostamento del baricentro, la scioltezza dei movimenti, l’applicazione marziale, la respirazione, la concentrazione, ecc.

I miei maestri sostengono che è solo quando si è appresa la sequenza completa che inizia il vero studio del Taiji. Al contrario, in occidente molti praticanti terminato l’apprendimento di una sequenza  passano allo studio di un’altra. In questo modo, secondo i maestri cinesi, si interrompe il raccolto quando si stanno per raccogliere i frutti: il vero potenziale delle sequenze di Taiji si esprime quando i movimenti sono acquisiti e si può lavorare sulla gestione dell’energia interna.

La sequenza Yun Hua, composta da 24 posizioni, si apprende in circa 7 mesi, se la frequenza del corso è una volta la settimana. Per la sequenza Chen ci vogliono circa 3 anni se si pratica 2 volte la settimana (è composta da 83 posizioni).

 

Le sequenze del Zhi Neng Qi Gong sono state studiate per aumentare il livello fisico ed energetico del praticante. La prima sequenza (Peng Qi Guang Ding, Raccogliere il Qi ed inserirlo nel Corpo attraverso il Capo) si basa su movimenti di distensione e rilassamento di braccia e spalle, e si esegue nella posizione a piedi uniti. Anche questa viene appresa movimento per movimento. Normalmente ci vuole qualche settimana per apprenderla (facendo una lezione settimanale), ma richiede almeno qualche mese di pratica per impararne le basi e poterla praticare autonomamente. Apprendere i movimenti che compongono la sequenza è, anche, qui, solo l’inizio del lavoro: la pratica del Qi Gong si apprende gradualmente, lavorando sulla concentrazione e rendendo sempre più fluido il movimento. La pratica costante è ciò che ci porta ad aumentare il nostro potenziale fisico ed energetico.

Il Qi Gong può anche essere utilizzato come pratica complementare ad altre attività fisiche (per esempio sportive o di recupero della salute) o lavorative e di studio: rende il praticante più rilassato e tranquillo, e pronto ad affrontare situazioni critiche e stressanti, come esami, gare, apparizioni in pubblico, rapporti di lavoro e personali, ecc.

Le controindicazioni vanno esaminate caso per caso, e possono riguardare la contemporaneità con altre pratiche energetiche, come altre forme di Qi Gong, ecc.  

 

 

Una lezione di Taiji Quan o di Qi Gong inizia con una fase che chiamiamo di “riscaldamento[1]”, nella quale gradualmente mettiamo in moto il nostro corpo e rilassiamo la mente, preparandoci così ad entrare nel vivo della pratica. Questa fase è molto importante, sia a livello fisico che psichico, perché spesso da essa dipende tutta la restante parte dell’allenamento: quando le articolazioni sono sciolte e ben lubrificare, la muscolatura ben preparata, e la nostra mente serena, siamo pronti ad entrare nello stato di concentrazione necessario per trarre il maggiore beneficio possibile dalla pratica.

Nella fase successiva si praticano, insieme o a gruppi (o anche singolarmente), le sequenze e gli esercizi propri del Taiji stile Yang Semplificato (nella versione Yun Hua, del Maestro Huang Gende), o dello stile Chen; oppure le sequenze del Zhi Neng Qi Gong.

Si chiude la lezione con esercizi di respirazione ed automassaggi, che ci permettono di consolidare l’energia acquisita durante la pratica e gradualmente ci riportano a contatto con il “mondo esterno”.

  

 

[1]In realtà tutto ciò che si fa durante la lezione E’ Taiji o Qi Gong, ma qui vogliamo distinguere alcune fasi importanti.

 


Non ci sono preprequisiti, chiunque può partecipare ai corsi: non è necessario avere già praticato queste o altre discipline, né avere un fisico allenato. Non dimentichiamo che il Qi Gong fa parte della Medicina Tradizionale Cinese e nasce come pratica per la cura della salute. In Cina le persone  si avvicinano alla pratica a qualunque età, e ottengono ottimi risultati. Molti insegnati hanno iniziato a praticare per curarsi, e poi hanno raggiunto un livello talmente elevato da diventare maestri conosciuti in tutto il mondo. E’ tipico degli occidentali porsi la domanda “Potrò iniziare, alla mia età?” – ma qual è veramente la nostra età?! Chiediamoci piuttosto se questo è ciò che veramente vogliamo fare, se ci rende sereni e felici, se ci aiuta a risolvere i nostri problemi di salute. E poi ancora “Quanto tempo ci metterò ad imparare?” – anche questa domanda è tipica della nostra società, come se il tempo non fosse mai abbastanza, ma… chiediamoci piuttosto come impieghiamo il nostro tempo, e quanto abbiamo intenzione di riservarne alla pratica, perché da questo dipenderanno i risultati, più che da tutto il resto. Possiamo solo provare, senza nessun obbligo o pregiudizio, con la mente aperta…

Chi ha un fisico allenato, e pratica o ha praticato dello sport, potrà sperimentare un diverso tipo di approccio, che unisce l’esercizio fisico al rilassamento mentale. I movimenti sono studiati per lavorare in modo completo con tutto il corpo, migliorandone la funzionalità e incrementando il potenziale fisico.

Per chi ha già praticato meditazione o Yoga, potrà essere interessante trovare una filosofia molto simile, unita a un tipo diverso di movimento.

Ora forse vi chiederete: come fanno tutte queste persone diverse a praticare insieme, cosa le unisce?

E’ proprio la differenza che le unisce: la specificità di ognuno diventa la bellezza del lavoro di gruppo. Dal reciproco scambio ognuno acquisisce elementi nuovi e illuminati, e il gruppo nel suo insieme sostiene il singolo.

 

Funzione temporaneamente fuori servizio. Ci  scusiamo con gli utenti.